A.F.D.S.
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60° congresso 2018

27 Ottobre 2018

Donatrici e Donatori Benemeriti,Autorità,Signore e Signori, Gentili Ospiti,Congressisti tutti,

a voi il benvenuto più cordiale da parte dell'Associazione Friulana Donatori di sangue che oggi, con rinnovato impegno, ricorda i suoi fecondi sessant'anni di vita.

Era, infatti,l'ormai lontano 1958, quando un sacerdote impegnato già nella lotta di liberazione e poi nella scuola e nel mondo operaio, il tarcentino don Antonio Volpe, sottoscrisse per primo il costituirsi di questo nostro sodalizio di volontari. Con lui sottoscrissero altre generose persone, donne e uomini, provenienti soprattutto dall'ambiente lavorativo del Cotonificio Udinese. Non erano però soli. Quella nascita venne favorita dal fatto che  nell'Ospedale Civile di Udine, grazie al direttore di allora professor Giancarlo Zanuttini e soprattutto al professor Roberto Venturelli, s'era creato un centro trasfusionale d'avanguardia, uno dei primi in Italia.

La scelta di essere autonomi era fondata prima di tutto sul fatto che la raccolta doveva essere pubblica in modo che il sangue non fosse oggetto di compravendita, ma garantito a tutti gratuitamente e gestito dalle strutture sanitarie per le nobili finalità che il dono stesso porta con sé.

C'era, poi, l'esigenza di sottolineare che quel dono portava i contenuti valoriali della friulanità.della nostra gente, naturalmente portata ad essere solidale. E non poco importante risultò allora l'appoggio ricevuto, tramite l'indimenticabile consorte signora Lucia, dal senatore Tiziano Tessitori, presidente della Società Filologica Friulana e già commissario alla sanità nell'immediato dopoguerra.

Su questi due pilastri ideali: raccolta pubblica e identità si basa la nostra Associazione che, poi, ha sviluppato una sua propria visione dell'essere volontari, nel promuovere una vita in salute, nel sostenere l'impegno civico, nell'interpretare un comune sentire in tante situazioni che hanno segnato la storia del dono del sangue in questa regione.

Non fu una scelta imposta dall'alto, ma pienamente condivisa, popolare, voluta da quanti già si erano impegnati nel dar vita alle prime  trenta sezioni ed in particolare da Guerrino Stocco, presidente di Castions di Strada.

Nei suoi primi anni di vita  l'AFDS ebbe al suo servizio l'eccezionale personalità di Giovanni Faleschini, capace di parlare al cuore delle persone, il quale, assieme al professor Venturelli, percorse tutte le località del Friuli,nella Destra e nella Sinistra del Tagliamento, dalla zona montana più remota alla pianura, ovunque stimolando la fondazione di una sezione e moltiplicando il numero dei donatori disponibili.

Fu un periodo di instancabile proselitismo del quale, anch'io, allora giovanissimo, posso essere testimone, essendo mio padre uno di coloro, che con il loro impegno, resero grande questa Associazione, consiglieri di zona di alta levatura umana e professionale,capaci di dare il loro tempo libero a questa missione ideale senza chiedere nulla in cambio,soddisfatti solo dei progressi compiuti nelle donazioni.

Preziosi furono anche i collaboratori di allora e credo doveroso ricordarne due in particolare: Umberto Spizzo,il segretario che ha dato il meglio di se stesso nella gestione quotidiana del sodalizio e l'economo Ermes Osso, il cui tragico destino ancora ci addolora, ma è indimenticabile per la precisione dei conti e l'elevata cultura che sapeva esprimere.

La prova dell'efficacia e dell'efficienza del modello costituito  dall'AFDS l'abbiamo avuta nella tragica circostanza del terremoto del 1976, ove fu ammirevole l'accorrere a donare per i feriti e l'esempio dato anche dalle comunità disastrate che non smisero mai di essere generose.

Giustamente Udine, in cui oggi siamo tornati,nel 1978 si vestì a festa per celebrare i vent'anni della Associazione onorata dal ministro della sanità Tina Anselmi.

Da quei giorni, anno dopo anno,il numero dei donatori ha incominciato a lievitare  sino a raggiungere nel 2010 il suo massimo storico con oltre 55.000 adesioni. Lo dobbiamo ai tanti che in silenzio e con un umile lavoro di propaganda porta a porta hanno fatto del sano proselitismo coinvolgento persone di ogni età e ceto sociale. In particolare lo dobbiamo a dei grandi Presidenti di sezione, instancabili ed attenti, sempre pronti a dare la loro disponibilità ed il loro tempo.

Lo dobbiamo ai miei predecessori dotati di autorevolezza e capacità organizzative, il maestro Armando Brollo, l'indimenticato Giampaolo Sbaiz, la vivace  Nadia Cijan, l'esperto Renzo Peressoni ed ai loro Consigli formati da persone sagge e preparate, direi devote in tutto e per tutto alla causa associativa.

Oggi, purtroppo,dobbiamo rilevare un ridimensionamento, non solo nostro,ma generale,del dono del sangue, a seguito del cambiamento dei tempi e delle regole, ma non siamo disposti a demordere dal seguire l'esempio di coloro che per sessant'anni hanno reso grande questa Associazione.

Ci conforta il fatto che,pur essendo pochi nel contesto demografico friulano odierno,i giovani continuano ad aderire e a donare,con uno spirito di solidarietà che smuove anche le resistenze che vengono da ogni parte anche da quelle la cui missione sarebbe di assecondare e non ostacolare il dono del sangue. Non ultimo motivo per gioire in questo anniversario è l'accogliere una nuova sezione,Sappada, che, ricongiungendosi alla Patria del Friuli, ha voluto unirsi a noi. Per questo motivo vi chiedo un applauso di benvenuto ai donatori sappadini.

Stiamo concludendo una settimana intensa di attività e di proposte che abbiamo voluto realizzare nella città di Udine per dare alla comunità cittadina un segnale, uno stimolo ad intensificare e moltiplicare le donazioni. Le potenzialità ci sono anche per dare uno slancio alle nostre sezioni cittadine, rinnovarle,renderle ancor più attive. Ci attendiamo  una risposta concreta.

Aver celebrato il Sessantesimo non è il punto di arrivo, ma  da qui guardiamo al futuro, ad un rinnovo generazionale,soprattutto ad una corrispondenza fra le peculiarità dell'Associazione ed i nuovi modi di aggregazione sociale. Su questo non possiamo aspettare perchè non solo è in gioco la nostra presenza,ma anche l'autosufficienza dei nostri ospedali in fatto di sangue e plasma. Le istituzioni, la Regione come i Comuni, sono chiamate a starci vicine, ad agevolare il nostro impegno perchè il sangue è un bene di tutti sempre più necessario,sempre più indispensabile.

L'AFDS ha sessant'anni, ma ha un forte bisogno di rinnovarsi, di immettere nuova linfa vitale nei suoi organismi, di trovare le formule più adatte per seguire il momento storico in cui viviamo, un passaggio cruciale per il volontariato e per il terzo settore. Ha bisogno anche di buone politiche nazionali e soprattutto regionali per dare più flessibilità al sistema sangue in modo da rendere più agevole la transizione dal modello del passato, volontaristico e personale, al modello di programmazione  attenta alle esigenze degli ospedali.

La nostra forza non sta nel numero,ma nel continuare a mantenere in Friuli una identità generosa ed altruista.

Donatrici e Donatori benemeriti,

nel ringraziarvi desidero esprimere la gratitudine di tutta la società civile,anche a quanti vi hanno preceduti, migliaia di generosi che in silenzio e senza vantarsene hanno compiuto il loro dovere di cittadini e di persone umane, salvando innumerevoli vite.

Noi esprimiamo una civiltà della vita non della morte.

Desidero ringraziare quanti si sono prodigati nella donazione del tempo, che è oggi la vera ricchezza, ed averlo messo a disposizione dell'Associazione attraverso l'attività di propaganda, di chiamata,di animazione, di sostegno alle attività sezionali.

Quest'oggi non ci riteniamo al traguardo, ma di nuovo ai blocchi di partenza,come atleti che sanno ogni giorno di dover iniziare la loro corsa per la vita,portatori di autentica speranza nella società.

Nel porgere il saluto a tutti i presenti auguro una buona giornata qui a Udine e nelle località in cui vi ritroverete per passare assieme la tradizionale giornata congressuale.

Lunga vita alla Associazione Friulana Donatori di sangue,evviva i Donatori.